Tutte le classi terze della Scuola secondaria di primo grado stanno svolgendo un progetto sui personaggi di spicco legati a Casatenovo.

Gli alunni della classe IIIC, insieme all’insegnante di italiano prof.ssa Claudia Somaschini, hanno studiato la figura di Graziella Fumagalli, laica missionaria. 

   

Nata a Casatenovo nel 1944, terza di nove figli, matura un’attenzione alle missioni che la condurrà a studiare medicina e specializzarsi in chirurgia infantile. Nel 1989 parte per la Guinea Bissau, poi si sposta in Mozambico e infine inviata dalla Caritas italiana in Somalia, dove c’era la guerra civile, assumendo la direzione del centro tubercolare. Nell’incandescente situazione politico-sociale di Merca, Graziella è consapevole dei rischi a cui va incontro, ma lei è un’operatrice di pace e senza privilegiare alcun clan va oltre le apparenze ideologiche, religiose, etniche e culturali. Il 22 ottobre 1995, mentre cura i suoi malati, gli sparano tre colpi con un’arma da fuoco al volto e muore all’istante.

  

Con l’insegnate di arte prof.ssa Cristina Petringa e i docenti di potenziamento, gli alunni hanno realizzato il suo ritratto utilizzando tecniche differenti.

   

Con l’insegnante di Religione prof.ssa Laura Mariani hanno toccato l’aspetto missionario e vocazionale, l’attenzione all’altro prima che a sé stessi.

Nella mattinata di venerdì 22 febbraio 2019, sono intervenuti a scuola i fratelli di Graziella, Giustina, Paolo ed Elio, i quali hanno potuto dare la loro testimonianza su com’era Graziella, nella sua vita e nelle sue scelte. Loro hanno ribadito più volte che Graziella  ”per tutta la vita aveva coltivato il sogno, di essere utile al prossimo, ai poveri e ai bambini attraverso la professione medica”.

     

 

     

I ragazzi sono rimasti colpiti da questa donna introversa e riservata, ma allo stesso tempo tenace e molto determinata. Lei ripeteva quotidianamente che il suo posto era accanto ai bambini nel suo ospedale: “Se non li curiamo noi, non li cura nessuno; È mio compito rimanere accanto a loro”.

I ragazzi, grazie a questo lavoro interdisciplinare, hanno potuto riflettere sull’umanità di questa donna e sul suo senso materno di educare e trasmettere valori autentici.

(Eleonora Caponera e gli alunni della classe III C, Scuola Secondaria di primo grado)