Sono un orso polare, in realtà il mio nome scientifico è "Ursus maritimus", ovvero orso del mare, però adoro farmi chiamare Svalbard, il nome delle isole su cui vivo.
Abito proprio qui, nella parte più settentrionale della Norvegia, sulle terre abitate più a nord del pianeta Terra. Sono il più grande carnivoro terrestre e, trascorrendo gran parte della mia vita in acqua, sono un eccellente nuotatore. Amo passare il tempo sulle banchise ghiacciate dove posso cacciare e riprodurmi. Il freddo non mi spaventa perchè sono nato per vivere qui. Ho sotto alla cute uno strato di grasso che mi protegge dal freddo e un mantello bianco che trattiene il calore. Sono veloce e molto resistente in acqua, ma sono anche molto scaltro sulla terraferma, corro rapido a caccia di prede. Il mio cibo preferito sono le foche, questo perché hanno grandi quantità di grasso, necessario per la mia sopravvivenza. La mia potrebbe essere una vita tranquilla, silenziosa ma avventurosa allo stesso tempo, eppure non è così, o meglio non è più così. Avrete sicuramente sentito parlare del riscaldamento globale e dello scioglimento delle calotte glaciali, un fenomeno che mi riguarda molto da vicino. Il mio habitat naturale si sta sciogliendo, è come se la mia casa scomparisse lentamente, giorno dopo giorno. Mi vedo quindi costretto a spostare le zone di caccia, a cambiare le mie abitudini. Io ho bisogno di ghiaccio marino per muovermi e cercare cibo, ma il riscaldamento globale aumenta e i ghiacci si sciolgono; io non ho più il mio habitat. La vita diventa dura e d'estate mi avventuro nei villaggi in cerca di cibo. Ho incontrato alcuni uomini che, inizialmente, mi guardavano come se fossi un mostro. Ma il mostro non sono io, sono solo un animale affamato e lotto per la sopravvivenza. Se non avessi bisogno, non andrei nel loro mondo, resterei pacifico nel mio. Non sono interessato alle loro cose, ma allo stesso modo vorrei che l'uomo non distruggesse il mio ambiente, che poi è anche il suo.
Ha proprio ragione Svalbard, l'orso che ha parlato sino a questo momento al mio posto. Dopo aver letto un articolo dal titolo “Lo scioglimento della calotta glaciale eurasiatica innalzò gli oceani di 8m” mi è venuto spontaneo pensare a chi quei luoghi li abita e ne subisce i cambiamenti, ecco perché ho voluto dare voce ad un orso polare.
Stiamo distruggendo la loro e la nostra casa, stiamo mettendo in pericolo la vita di questa specie ma anche la nostra. Il riscaldamento globale, causando la fusione dei ghiacciai e delle calotte glaciali, provoca l’innalzamento del livello degli oceani.
Negli ultimi decenni, a causa dell'industrializzazione globale, il picco di innalzamento delle acque è raddoppiato e la situazione è in costante peggioramento, portando con sé gravi minacce per il futuro. I ricercatori affermano che i territori che ospitano milioni di persone potrebbero essere sommersi dalle acque, a meno che le emissioni di gas inquinanti non vengano drasticamente ridotte e le difese costiere rafforzate. La situazione è grave e questo significa che un grande numero di persone rischia di rimanere senza casa, proprio come gli orsi polari.
I cambiamenti climatici, voluti e causati dall'uomo, potranno influenzare la vita del futuro, ridisegnare le nostre città, le coste, influenzare la nostra economia e mutare il paesaggio. Di conseguenza anche le coste italiane sono a rischio e i contorni della nostra Penisola potrebbero subire variazioni a causa dell'avanzare del mare. Nel corso degli anni potrebbero scomparire spiagge meravigliose e città che si affacciano sul mare. Ancora una volta l'uomo è in pericolo a causa propria.
Cosa posso fare io? Ne abbiamo parlato tante volte anche a scuola: è necessario l'impegno di tutti noi perché nel nostro piccolo possiamo dare un grande contributo. Dovremmo cercare, ad esempio, di ridurre l'utilizzo dell'automobile scegliendo mezzi di trasporto ecologici, come la bici, oppure mezzi pubblici, in modo da immettere meno gas di scarico nell'aria. Un'altra cosa importante è ridurre al minimo l'uso di prodotti spray ricordando di smaltire in modo corretto le bombolette vuote dopo l'utilizzo. É inoltre basilare limitare l'impiego di carbone e petrolio poiché producono grandi quantità di anidride carbonica. Bisogna far attenzione al riscaldamento nelle nostre case, cercando di produrre energia con pannelli solari e fotovoltaici. Infine dobbiamo monitorare l'utilizzo degli apparecchi elettrici che devono essere accesi solo se necessario e completamente spenti quando non usati. Questo significa ridurre il consumo di corrente cercando di tutelare le risorse.
Questo è proprio quello che cerco di fare tutti i giorni. Nel mio piccolo voglio dare un contributo affinché la situazione possa migliorare, affinché anche il mio amico Svalbard possa vivere al sicuro nel suo habitat naturale.
(Valentina Riva, Classe III A, Scuola secondaria)