La Repubblica Italiana riconosce il giorno 27 gennaio come “Giornata della Memoria”.
La Seconda Guerra Mondiale è stato il conflitto che tra il 1939 e il 1945 vide scontransi da un lato le potenze dell’Asse guidate dalla Germania nazista e dall’altro gli Alleati scesi in campo per contrastare il disegno egemonico di Hitler.
Ci furono tante vittime innocenti massacrate dai bombardamenti, morte per la fame, per il freddo o sterminate nelle camere a gas. Ci furono 55 milioni di morti. Nel corso della guerra si consumò la tragedia dell’Olocausto che costò la vita a 15 milioni di persone, rinchiuse e uccise nei campi di concentramento nazisti prima e durante la Seconda Guerra mondiale. Sei milioni appartenevano al popolo ebreo e il loro genocidio viene chiamato Shoah.
La colpa di tutto questo non fu solo del dittatore Adolf Hitler che voleva difendere la sua razza che definiva pura, ma anche di chi seguì le sue pazze idee e preferì non dire nulla.
La paura, il silenzio e l’indifferenza uccisero nei lager milioni di ebrei, zingari, malati mentali e fisici, omosessuali e tutti quelli che per Hitler non erano degni di vivere.
Ricordare le vittime di quegli anni lontani può sembrare qualcosa che non ci tocca direttamente, ma in realtà non è così.
La Giornata della Memoria non serve solo a commemorare le persone uccise crudelmente e senza alcuna pietà ormai 80 anni fa. Serve ricordare che ogni giorno esistono tante piccole discriminazioni verso chi ci sembra diverso da noi. Spesso noi stessi siamo gli autori,senza rendercene conto.
Verso queste discriminazioni non alziamo abbastanza la voce e spesso, per comodità e opportunismo, ci nascondiamo.
Ad avere la meglio, alla fine è l’indifferenza per chi viene isolato e non accettato.
Per evitare che una tragedia come quella dell’Olocausto si ripeta occorre ricordare e sopratutto capire.
Abbiamo il dovere di ricordare e dobbiamo farlo tutte le volte in cui qualcuno vuole calpestare i diritti e la di dignità di ogni essere umano. Errare è umano, perseverare è diabolico, ma purtroppo, l’uomo, anche oggi, si comporta diabolicamente.
(Redazione della classe III B, Scuola Secondaria)