Gli alunni della 3D della Scuola Secondaria hanno presentato lo spettacolo realizzato in ricordo dello sterminio degli ebrei in Europa, delle persone mandate nei campi di concentramento per motivi razziali, dei supplizi subiti, dello sterminio che ha lacerato un’intera generazione.
Tutto ciò non va dimenticato.
“L’idea di mettere in scena uno spettacolo è nata in poco tempo ed in breve siamo riusciti anche a realizzarla. Negli anni scorsi abbiamo assistito alle rappresentazioni di altre classi della scuola della Giornata della Memoria e ne siamo rimasti sempre molto colpiti. Quel ricordo ci è rimasto dentro, alimentato anche dal desiderio di offrire qualcosa di profondamente nostro alla scuola - spiega Sofia Brivio, una delle protagoniste dello spettacolo - e, nella circostanza del 27 gennaio, abbiamo trovato l’occasione adatta per concretizzare la nostra volontà. Allora non ci siamo fatte troppe domande circa quello che avremmo potuto fare ed io, che amo moltissimo fare teatro, ho lanciato la proposta di una rappresentazione teatrale. Il sostegno dei miei compagni di classe è stato fondamentale. Ho condiviso la mia idea con tutti loro ed insieme l’abbiamo sviluppata e realizzata. Der Spiegel (Lo specchio) è il titolo che abbiamo scelto per il nostro lavoro teatrale. Lo Specchio è l’oggetto che riflette il nostro aspetto e pensiamo che l’immagine reale di ognuno di noi rifletta anche i pensieri, le paure, il dolore,le gioia, gli errori di ciascuno. Il titolo “Der Spiegel” è stato volutamente scelto come provocazione, per suscitare nello spettatore il bisogno di portare alla luce la coscienza umana e le sue domande, perché lo specchio riflette ciò che siamo veramente. E se in questa immagine non dovessimo riconoscerci, scegliamo con onesta il cambiamento.”
La rappresentazione è suddivisa in cinque scene dalla durata di circa quaranta minuti di azione.
La scena I è ambientata in una scuola in cui un gruppo di soldati tedeschi fa irruzione e porta via con forza e violenza gli alunni che portano sul petto la stella gialla, la Stella di David, simbolo di identificazione degli ebrei.
La scena II rappresenta il campo di concentramento di Auschwitz in cui si svolgono i momenti più pregnanti dello spettacolo,soprattutto il momento in cui ai prigionieri viene tatuato sul braccio un numero identificativo.
La scena III si apre con un gruppo di bambini ebrei che svolge lavori pesanti sotto le minacce, le ingiurie e le violenze dei gerarchi nazisti.
La IV scena si focalizza sull’incontro tra le due protagoniste Bruna, figlia di un tenente delle SS, e Shmuela, bambina ebrea, e la costruzione della loro amicizia.
La scena finale rappresenta il momento più tragico dello spettacolo: la fucilazione, in cui perdono la vita Shmuela e la sua amica Bruna.
Le parti recitate sono intervallate dai commenti della voce fuori campo del lettore che ci trasporta nell’atmosfera verosimile di ciò che il passato è stato, perché abbiamo la necessità di assegnare un inizio ed una fine ad ogni cosa, con la speranza che in futuro non si commettano gli stessi errori.
“Il Ballo delle Anime” è l’atto conclusivo per comunicare la convinzione che le anime di milioni di uomini,donne e bambini sono sopravvissute all’orrore e al dolore della Shoah e che, alla fine,il male non è riuscito a distruggere l’essenza dell’uomo”.
Con questo ballo si è voluto rappresentare la speranza che “l’umanità sia capace di comprendere, di amare profondamente e di rispettare ogni persona".
Gli alunni, ringraziamo tutti i loro insegnanti per aver collaborato alla buona riuscita dello spettacolo.
(Alunni classe III D, Scuola secondaria)