È per non dimenticare che i ragazzi della classe 3C della Scuola secondaria M. G. Agnesi di Casatenovo, guidati dalle professoresse Bertella e Malacrida, hanno messo in scena lo spettacolo teatrale “Fino a quando la mia stella brillerà”, trasportando gli allievi dell’Istituto nella vita di Liliana Segre.
Sulle splendide note del pianoforte, gli attori, che indossavano una maschera color bronzo, sono riusciti a rappresentare con l’energia dei loro corpi, i sentimenti e le emozioni della nostra senatrice a vita.
Era il 27 gennaio del 1945 quando l’armata Rossa liberò i pochi sopravvissuti rimasti abbattendo i cancelli di Auschwitz: anche Liliana era finita in quell’Inferno. A quell’epoca era una ragazza normalissima, della stessa età dei giovani spettatori. C’era un piccolo particolare, lei era ebrea. Non c’era nulla di male… forse.
All’arrivo al campo si era “salvata” grazie alla sua altezza, perché sotto i tredici anni si finiva direttamente nelle camere a gas. Lavorava ogni giorno in una fabbrica di munizioni per mitragliatrici. Spesso veniva sottoposta alla selezione per vedere se fosse ancora sana.
Nel 1945, dopo un lunghissimo anno doloroso e sofferente, finalmente il campo stava per essere liberato dai Russi. Liliana aveva un corpo scheletrico, non aveva più voglia di vivere e quasi di respirare, ma aveva scoperto una piccola stella che la sera le teneva compagnia. Così le era venuta la voglia di continuare, di sperare in una nuova vita. Dovette affrontare la marcia della morte: una gamba davanti all’altra, senza fermarsi, perché altrimenti sarebbe finito tutto. Continuare, continuare e ancora continuare: questa era l’unica possibilità.
Toccante è stata la modalità con la quale gli attori hanno trasmesso le emozioni al pubblico; in particolare è rimasto impresso il momento in cui è stata rappresentata l’indifferenza nei confronti di poveri corpi scheletrici e quasi senza vita.
Gli allievi della 3C si sono soffermati proprio sull’indifferenza, facendo esempi anche molto vicini alla nostra vita quotidiana. “Quando uno ti attacca, tu ti difendi, ma se sei da solo, come fai a difenderti?”. Anche oggi purtroppo c’è molta indifferenza, per esempio nei confronti dei migranti che muoiono nel mar Mediterraneo.
Che cosa ha spinto i ragazzi di terza media a parlare proprio di Liliana Segre? Li ha colpiti non solo la testimonianza dell’Inferno che quest’ultima ha dovuto subire, ma anche la cattiveria e la superficialità di chi oggi la “uccide” inviandole messaggi di odio. Come si può non indignarsi?
Nella sua grandezza d’animo, lei non se la prende, ma ha pietà per queste persone perché hanno scelto di vivere la loro vita con mente chiusa, per "uccidere" non per "difendere" e testimoniare amore. Così non si arrende e continua a raccontare la sua incredibile esperienza ai giovani per indurli a non ripetere ciò che è accaduto. Testimonia per la speranza di un mondo senza odio.
La vita è come un foglio di carta, chiunque ha la forza per strapparla e spezzarla. Liliana ci chiede di diventare testimoni perché non si ripeta questa grave atrocità.
(Gli alunni della classe II C, Scuola Secondaria)