Era una piacevole giornata d’autunno, ed io e la mia famiglia ci stavamo dirigendo verso un bellissimo bosco in montagna, vicino a casa nostra, per andare a raccogliere le castagne.
Era decisamente il periodo giusto, ricordo anche il giorno, il 17 ottobre.
Il bosco era fitto, con un’infinità di cespugli e il terreno sembrava un tappeto di spine. C’erano moltissimi ricci, e le castagne erano favolose, grandi e marroni… perfette.
Ci dirigemmo verso il centro della boscaglia, c’ero già stata moltissime volte e quel posto mi piaceva molto.
Soprattutto in autunno, le chiome degli alberi sono di ogni colore, alcune gialle, altre rosse, marroni, sfumate di ogni colore, il vento fa cadere le foglie e la mia collezione ogni anno si arricchisce con un quaderno nuovo… è davvero bellissimo.
Quando arrivammo, vidi una sagoma aggirarsi tra le piante in cerca di qualcosa… A me sembrò un lupo, ma non l’avevo visto bene, anche perché non mi fermai ad osservarlo, avevo paura e non sapevo cosa fare.
Volevo andarmene, non mi piaceva l’idea di stare in un bosco con un lupo nei paraggi: certamente se ce n’era uno, da qualche parte ce ne sarebbero stati anche altri!
I miei genitori non si erano accorti dello strano animale e non avevano intenzione di andarsene.
Ero spaventatissima! L’unica cosa che mi consolava era il buon profumo di aria di montagna, l’odore delle piante di mirtilli e il fruscio delle foglie e dei ricci sotto le mie scarpe. Devo dire che la voce di mio fratello che parlava non mi aiutava affatto.
Ho raccontato dei miei timori a mio fratello che, come me, aveva visto il lupo, e insieme decidemmo di far finta di nulla e allontanarci il più possibile da quell’area.
Per circa un’ora non ci furono lupi o animali nei dintorni, ma noi eravamo sempre in allerta. Raccogliemmo miliardi di castagne, e un mucchio di spine si infilarono tra le nostre dita, sebbene avessimo i guanti …
Ad un certo punto sentimmo dei passi dietro di noi. Trattenni il fiato, non volevo girarmi per poi ritrovarmi faccia a faccia con un lupo, ma non volevo neanche che lui mi sbranasse da dietro. Presi la mia scelta, mi girai e quello che vidi mi lasciò senza parole…
Un bellissimo Husky ci guardava con i suoi dolci occhi e il muso triste, probabilmente aveva perso i suoi padroni, e sembrava chiederci aiuto.
Mi avvicinai cautamente e gli accarezzai il muso: aveva il pelo morbido come il cotone, di colore grigio chiaro come i sassolini sul letto del fiume, i suoi occhi erano profondi e lucenti, aveva le zampe marroncine, più scure del resto del corpo, la sua coda invece era beige, dello stesso colore dei banchi di scuola. Il suo sguardo era triste, ma allo stesso tempo curioso di conoscerci, si vedeva che era un cane molto amichevole e fedele.
Decidemmo di aiutarlo a ritrovare i suoi padroni!
Girovagammo per tutto il bosco, partendo dal centro e andando sempre più verso l’esterno, per poi tornare al centro nel caso non fossimo riusciti a ritrovarli.
Ad un tratto udimmo una voce che gridava in lontananza, intuimmo che potevano essere i padroni del cane. Ci incamminammo verso di loro e quando fummo molto vicini l’Husky annusò l’aria e corse incontro a quelle persone: due ragazzi alti e magri che appena videro il loro cane lo abbracciarono. Trascorremmo lì tutta la giornata, insieme a Pino e Gino, i due ragazzi, e Pescerosaconleali, il loro cane. Ci divertimmo un sacco.
(Maddalena Marzoli, classe 2A, scuola secondaria)