Grazie alla disponibilità della sismologa Vera Pessina, mamma di una nostra compagna di classe, abbiamo potuto avere informazioni sulle continue scosse di terremoto che stanno interessando il centro Italia.
Le sue risposte ci hanno permesso di capire il motivo per il quale queste scosse avvengono in successione e in zone ravvicinate.
La specialista si è prestata molto volentieri a rispondere in modo dettagliato a tutte le nostre curiosità. Ci ha fatto capire in maniera semplice argomenti che potrebbero sembrare complessi.
Vogliamo rendervi partecipi, riportando ciò che abbiamo ascoltato con molta attenzione:
Perché le zone colpite si trovano tutte in Centro Italia?
Nella zona dell’Appennino Centro-Meridionale, in Calabria e Sicilia orientale sono presenti numerose faglie (luoghi dove si generano i terremoti), che sono costantemente sotto pressione. La zona interessata dai recenti terremoti non aveva ancora rilasciato l’energia accumulata nel corso degli anni, diversamente dalle aree vicine. Le zone colpite dai terremoti di agosto e ottobre 2016 e da quelli del gennaio 2017 si trovano infatti tra i territori colpiti dai terremoti di Norcia (1979) e dell’Umbria - Marche (1997) a Nord, e dell’Aquila (2009) a Sud.
C’è qualche affinità che le accomuna?
Le zone colpite dai terremoti si trovano tutte lungo la catena montuosa; le aree danneggiate hanno tutte una forma allungata in direzione Nord Ovest – Sud Est di circa 50-60 km. Il territorio montuoso amplifica lo scuotimento, soprattutto per i piccoli centri localizzati sulle creste, e la scarsa qualità del terreno dà spesso origine a frane e crolli. Le zone sono caratterizzate dalla presenza di numerosi borghi, con edifici vecchi che mal sopportano le scosse.
La nostra zona, la Lombardia, è a rischio?
La Lombardia è caratterizzata da una pericolosità sismica, che è una cosa diversa dal rischio, generalmente moderata. Le zone in cui possono generarsi terremoti sono quelle del Lago di Garda, dove storicamente sono avvenuti forti terremoti nel 1117 e 1222, e più recentemente nel 2004; anche parte delle provincie di Bergamo e Mantova hanno una pericolosità più alta.
Il problema è che il territorio lombardo è densamente abitato, è caratterizzato da una intensa attività economica e industriale ed è percorso da importanti reti stradali e ferroviarie, per cui anche un terremoto meno forte è in grado di creare danni.
Perché le scosse sono così temporalmente vicine?
Non esiste una regola per gli intervalli delle scosse. E’ normale che ogni forte terremoto sia seguito da parecchie scosse, ed è successo più volte che ci siano state scosse forti a distanza di mesi dalla prima (ad es. in Friuli nel 1976 dove la seconda forte scossa è avvenuta dopo 4 mesi). In Appennino centrale si è attivato un “sistema di faglie” ed è molto probabile che i primi terremoti abbiano innescato segmenti di faglia vicini.
Ogni quanto tempo accadono questi fenomeni?
Difficile dirlo. In Italia disponiamo di una lunga serie di dati storici e si è visto che terremoti forti come quelli in corso, con magnitudo (stima dell’energia) M ≥ 6.5 avvengono in media uno ogni 15-20 anni. L’ultimo così forte è quello dell’Irpinia, accaduto nel 1980. Eventi di magnitudo minore avvengono generalmente ad intervalli più brevi. Quelli molto più forti, possibili anche in Italia, con intervalli di centinaia di anni.
Si potrebbe prevedere quando accadono?
Non è possibile dire dove, quanto grande e soprattutto esattamente quando. Da sempre l’uomo ha cercato di individuare qualche “indicatore” capace di avvisare dell’arrivo del terremoto (comportamento di animali, variazione del livello di acqua nei pozzi, emissioni gassose); se in qualche caso questi indicatori (che chiamiamo “precursori”) sembrano aver funzionato, per la maggior parte delle volte si sono rivelati assolutamente inaffidabili. In alcuni casi, per terremoti MOLTO forti e MOLTO lontani dai centri abitati, è possibile far scattare un’allerta qualche secondo prima dell’arrivo delle onde sismiche e intraprendere azioni salvavita (ad es. interruzione di gas infiammabili), ma si tratta comunque di tempi di allerta minimi che non permettono, ad esempio, l’evacuazione di persone.
Sono presenti altre zone europee dove stanno accadendo così tante scosse?
Italia, Turchia e Grecia sono le aree a maggiore pericolosità sismica di tutta l’Europa. Ma anche i Balcani, la Romania e la Bulgaria risultano avere alti valori di pericolosità sismica. Infine esistono altre zone meno pericolose vicino a Bruxelles in Belgio, a Lisbona in Portogallo, vicino a Budapest in Ungheria e lungo la catena montuosa dei Pirenei. In questi giorni non vi sono crisi sismiche in atto pari a quella in corso da Agosto in Italia, ma situazioni simili sono piuttosto comuni, soprattutto in Grecia, nella penisola Balcanica e in tutta la Turchia.
Da quanto tempo non si registra un fenomeno come questo?
L’ultimo forte evento di M ≥ 6.5 è stato quello già nominato dell’Irpinia, più di 35 anni fa. Dall’inizio del 1900, in tutta Italia, si sono registrati 6 forti terremoti:
1905 - Calabria Meridionale
1908 - Stretto di Messina
1915 – Avezzano
1930 – Irpinia
1980 - Irpinia- Basilicata
2016 - Norcia (30 ottobre)
Nei soli ultimi 30 anni si sono registrati 5 terremoti di moderata magnitudo compresa tra 5.5 e 6:
1990 – Basilicata
1997 - Umbria-Marche
2002 – Molise
2009 – Abruzzo
2012 -Emilia Romagna.
(Sofia Ghezzi, Sofia Davin, Sara Valicenti, Gaia Goldonetto, Margherita Cetti - Classe II B - Scuola Secondaria di Primo grado)