Nell’anno scolastico 2010-2011, gli alunni della II B hanno intervistato la signora Rina Beretta, che allora aveva 86 anni. Il suo racconto risulta particolarmente interessante e merita di essere ricordato…
Sono tanti i lavori che la nostra terra ha cullato tra le sue braccia e che oggi non esistono più. Un mondo da tutelare e valorizzazione. Un enorme patrimonio storico e sociale che compone la sedimentazione storica dei luoghi e li rende davvero unici. Molti lavori come quello della “filandera” o quello del “costruttore di zoccoli” non vengono svolti più in Brianza, ma fortunatamente vi sono ancora alcune persone che nella loro vita lavorativa hanno praticato queste professione e ad esse è possibile rivolgersi per apprendere notizie sull’antico mestiere.
Una di queste è Rina Beretta, nonna Rinetta, di 86 anni. Decima, di dodici figli, già a 13 anni ha iniziato a lavorare a Gerno in una industria tessile. Ogni mattina percorreva sette chilometri con la sua bici e per nove anni ha sempre filato muovendo delicatamente, con le sue mani, gli utensili e i fili. Successivamente ha lavorato per due anni alla Vismara di Casatenovo dove venivano preparati i salumi. E qui altri movimenti, mani veloci e abili, gesti naturalmente diversi e meno delicati rispetto a quelli che si avevano per la filatura. Poi, nel 1952, un uomo di Albiate, Peppe, le ha insegnato a “impatà i zocol”, cioè le ha insegnato a costruire gli zoccoli. Erano di legno con la parte superiore in pelle. E così, giorno dopo giorno, guardando, faceva tesoro dei segreti della professione. Il suo armamentario, poco ingombrante, occupava sì e no un angolo dell’abitazione. Imparò a costruire le scarpe su misura, nel vero senso della parola. Ogni paio di zoccoli costavano 50 lire (circa 3 centesimi). C’erano quelli invernali, chiusi, e quelli estivi. Ricorda ancora quando il 23 giugno del 1954 le chiesero di “impatà” degli zoccoli. Lei, incinta, non si sentiva molto bene, ma per amore del suo mestiere portò a termine il lavoro. Poi andò a letto e poco dopo partorì. Oggi nonna Rinetta ha 6 figli, 15 nipoti e 4 pronipoti e con lei si conservano i ricordi di quei lavori che la nostra terra ha cullato tra le sue braccia. Alla fine della nostra intervista, con un romantico velo di nostalgia che trapelava dai suoi occhi, nonna Rinetta ci ha detto: “Mi piaceva fare quel lavoro!”.
Da parte nostra, un caloroso saluto a nonna Rinetta!
(Classe II B - Scuola Secondaria di primo grado)