La mattina del 26 gennaio 2018, giornata della memoria in onore delle vite perse nei campi di concentramento, i ragazzi delle classi terze della scuola secondaria del nostro Istituto Comprensivo hanno interpretato diversi spettacoli per noi ragazzi di prima e seconda media.

Si sono svolte, nell’Auditorium della nostra scuola, quattro diverse rappresentazioni.  Per prima cosa, i nostri compagni più grandi hanno suonato con le tastiere una melodia molto triste, accompagnati dai professori di musica.

Terminato questo momento, ha iniziato a recitare la III D, facendoci divertire, ma soprattutto riflettere, con una rappresentazione molto movimentata ed ispirata ad una storia vera: un tentativo di fuga da parte di un gruppo di ebrei da un campo di concentramento. Il messaggio era un invito alla riflessione sullo spirito di unione e di tenacia di questo popolo.

Poi è stata la volta della III A. Ci hanno spiegato che i bambini ebrei venivano usati come cavie dai dottori tedeschi che facevano esperimenti spietati su di loro. Siamo rimasti impressionati un po’ perché non sapevamo queste cose nei dettagli. La corrispondenza tra due medici, impersonati dagli alunni, ci ha fatto comprendere il distacco e la crudeltà che avevano nei confronti dei ragazzini anche della nostra età.

La III C ha utilizzato il metodo delle ombre cinesi e questo ci ha aiutato a rimanere concentrati anche sulle cose che venivano dette e in particolare sul dolore che i bambini, allontanati dalle loro madri, provavano. Ci siamo immedesimati in loro e ci siamo commossi.

La III B ha fatto uno spettacolo molto particolare e curato. L’argomento centrale era la cosiddetta “gabbia mentale”, una specie di malattia che aveva come risultato quello di far perdere la speranza agli ebrei all'interno dei campi di concentramento riducendoli quasi ad esseri non pensanti.

Queste rappresentazioni teatrali ci hanno fatto molto riflettere sull'importanza di non ripetere gli errori del passato, obiettivo raggiungibile solo ricordando.

(Alunni classe I A, coordinati dalla prof.ssa Tavian, Scuola Secondaria)