Perché quando infrangiamo delle regole ci vengono imposte delle sanzioni? È stato proprio questo l’argomento di cui hanno discusso,  il 20 aprile del 2018, il giurista  Francesco Castelli  e il dott.  Romano Limonta,  membri dell’Associazione “Sulle Regole”, insieme agli alunni delle classi terze della nostra Scuola secondaria.

Le punizioni sono associate al nostro modello di società.

Abbiamo la società verticale che contrappone diverse categorie di persone guardando in particolar modo il reddito e il potere dell’individuo.

Poi abbiamo la società orizzontale dove le persone si equivalgono.

Nella prima, le pene sono dette “efficaci”, sono severe e proporzionate alla gravità dell’azione commessa.

La pena efficace più comune è quella del carcere , dove l’individuo è segregato e viene escluso, gli vengono negate completamente le relazioni all’interno della società. L’idea di fondo è quella di punire il male infliggendo altro male.

Il carcere non modifica la società, ne si preoccupa di capire quali siano stati i motivi che abbiano spinto una persona ad infrangere una regola. Il carcere non è concepito per recuperare chi ha sbagliato, ma per allontanare tale figure dalla società, infliggendo loro delle sofferenze.

La giustizia, in realtà, non ha lo scopo di punire, ma di rieducare, permettendo all’individuo di reinserirsi nella società dopo aver scontato una pena.

Un diritto fondamentale dell’uomo è la libertà.

È importante essere considerati per ciò che si è, non per ciò che si fa.

Al termine dell’incontro sono state proiettate delle foto di celle  del carcere San Vittore di Milano.

Gli alunni sono rimasti impressionati da quanto siano terribili le condizioni di vita in cui sono costretti a vivere  coloro che devono scontare una pene.

Questo incontro ha suscitato nei ragazzi molto interesse e ha fatto aprire gli occhi su diversi aspetti a loro sconosciuti.

(Redazione classe III B, Scuola secondaria di primo grado)