Il 29 marzo 2019, tutti gli alunni delle classi seconde della Scuola Secondaria, impegnati con il progetto “Sindaco dei ragazzi”, si sono recati presso la sede municipale per incontrare Filippo Galbiati, Sindaco di Casatenovo.
Un lungo serpentone di alunni ha lasciato la scuola alle 10.00 e si è diretto presso la Sala Consiliare, dove ad attenderli c’era il Sindaco e l’Assessore all’Istruzione del Comune.
Il Sindaco ha iniziato il suo intervento prendendo spunto dall’articolo 1 della Costituzione Italiana: L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro…
Ha analizzato insieme agli alunni i termini “Repubblica” e Democratica”. I ragazzi hanno risposto alle sue domande e hanno ragionato con lui sull’importanza di fare politica e di impegnarsi per l’altro.
Successivamente ha spiegato agli alunni da chi è composto il Consiglio Comunale di Casatenovo: 16 Consiglieri Comunali, 9 di maggioranza, 7 di minoranza; della maggioranza fanno parte cinque assessori. Un ruolo importante all’interno del Comune è ricoperto dalla Giunta, formata dal Sindaco e dagli Assessori. Il Sindaco, i Consiglieri e gli Assessori si impegnano quotidianamente per migliorare Casatenovo.
La parola “politica”, ha sottolineato il Sindaco, viene spesso associata ad un sistema “non pulito”, dove le persone rubano e pensano solo agli interessi personali. Fare politica significa invece impegnarsi per il bene del paese. L’interesse pubblico viene sempre prima di tutto. Vi invito ad interessarvi della cosa pubblica perché un domani sarete proprio voi ad amministrare il nostro Comune, a sedere in questa sala e a prendere decisioni importanti.
Il Sindaco ha definito il suo modo di fare politica “aperto al confronto”. L’impegno del Sindaco deve essere quello di tenere aperto il confronto, anche se non è sempre facile, e puntare al benessere generale dei cittadini. L’obiettivo primario è sempre quello di migliorare la vita a Casatenovo.
La politica deve essere fatta con passione, ma purtroppo sempre meno persone intendono impegnarsi. Bisognerebbe riaccendere questa passione.
Filippo Galbiati ha voluto concludere il suo incontro raccontando un bellissimo esempio di altruismo e generosità: durante la Seconda Guerra Mondiale il Carabiniere Salvo D’acquisto, un ragazzo napoletano, ha sacrificato la propria vita per salvare quella degli altri.
“Il 22 settembre 1943, a Palidoro, nei pressi di Roma, alcuni militari delle SS sono vittime dell'esplosione di una bomba a mano avvenuta nel corso di un'ispezione di casse abbandonate contenenti munizioni: due soldati rimangono feriti e altri due muoiono. La responsabilità dell'episodio viene attribuita ad alcuni attentatori locali, e il comandante del reparto tedesco chiede la collaborazione dei Carabinieri del posto: a rispondere alla richiesta è Salvo D'Acquisto, a causa dell'assenza del maresciallo comandante. il vice brigadiere napoletano si mette in cerca di informazioni attendibili a proposito dell'accaduto, e ribatte alle SS che il tutto è da ritenersi un incidente fortuito. Il 23 settembre vanno in scena i rastrellamenti che portano alla cattura di ventidue persone scelte in maniera del tutto casuale tra i residenti del posto, mentre una squadra armata preleva forzatamente Salvo D'Acquisto dalla caserma e lo porta nella piazza principale di Palidoro, insieme con gli altri. Nel corso di un rapido interrogatorio, tutti gli italiani presenti si dichiarano innocenti; nel frattempo, il vice brigadiere è separato rispetto ai rastrellati, tenuto sotto controllo dai militari tedeschi, che non mancano di prenderlo a bastonate e di picchiarlo: egli, tuttavia, mantiene un dignitoso contegno. A quel punto i tedeschi chiedono a Salvo D'Acquisto di indicare i nomi dei responsabili, e il carabiniere risponde che l'esplosione era stata casuale: insomma, di responsabili non ce ne sono. In seguito, D'Acquisto e gli ostaggi vengono portati fuori dal paese: ai rastrellati vengono consegnate delle vanghe e viene imposto di scavare per ottenere una grande fossa comune in vista della loro fucilazione. Gli scavi durano per qualche ora; in seguito, però, gli ostaggi vengono tutti - inaspettatamente - rilasciati ad eccezione di D'Acquisto. Quest'ultimo, infatti, si autoaccusa dell'attentato, pur non essendone responsabile, per salvare la vita dei ventidue prigionieri, che in effetti vengono subito liberati e scappano. Salvo D'Acquisto, prima di essere ucciso, lanciò l'urlo "Viva l'Italia!"; quindi i tedeschi lo fucilano senza pietà. Aveva meno di 23 anni.” (Informazioni tratte dal sito www.biografieonline.it)
Gli alunni hanno ringraziato il Sindaco per il tempo che ha dedicato loro; sono tornati a scuola contenti per la bella esperienza vissuta e per quanto ascoltato.
(Redazione classe II A, Scuola Secondaria)