Questa epidemia sta portando gravissime conseguenze per la popolazione. Ci sono malati, morti, non si può uscire di casa... ma c’è un aspetto molto importante che non tutti notano.
Molte persone, a causa di questo virus, non possono andare a lavorare, quindi non ricevono lo stipendio. In Italia c’erano già molte famiglie povere, ma con questa epidemia il numero sta aumentando. Il vero problema è la gente che era già in condizioni gravi, perché ora sono in condizioni davvero disastrose. Ci sono ragazzi che prima l’unico pasto che facevano era quello della mensa scolastica, ora non hanno neanche quello.
Io penso che questa sia una situazione scandalosa, perché siamo nel XXI secolo e dovremmo essere in grado di gestire una situazione del genere. Una mano la dà l’associazione “Albero della vita” nata nel 1997 con l’obiettivo di proteggere la vita dei bambini in difficoltà e trasformare il disagio in una nuova opportunità. Questa associazione oggi aiuta circa 600 famiglie regalando buoni da 50 euro per fare la spesa, perché ci sono purtroppo persone che sono talmente povere da non avere neanche il denaro per sfamarsi. Un'altra grande mossa fatta da questa associazione è stata quella di donare dei tablet ai ragazzini per farli restare al passo con i loro compagni di classe nelle lezioni di didattica a distanza. Le lezioni online sono sicuramente una buona innovazione, ma dobbiamo tener conto che non tutti hanno dei dispositivi adeguati.
Tutto quello che si fa non è comunque abbastanza, perché le persone povere ci sono ancora. Nell’articolo di Serena Coppetti, pubblicato sul Giornale.it, ho letto che per esempio Vodafone e Amazon hanno donato più di 400 tablet.
Credo che questa sia una situazione veramente grave, perché molte persone erano già povere e il virus le ha impoverite ancora di più. Io mi ritengo fortunata, perché i miei genitori, anche in questo periodo, vanno a lavorare e quindi hanno lo stipendio assicurato. Non so come ci si senta a restare senza soldi, ma soprattutto senza cibo. Credo che dovemmo pensare un po’ di più a questa gente perché noi ci preoccupiamo solo dei problemi che ci riguardano, ma non dei problemi che riguardano gli altri che magari sono meno fortunati e vivono in situazioni gravose.
Non so quale potrebbe essere il modo per aiutare maggiormente queste persone, ma secondo me sarebbe una buona cosa che se ne trovasse uno e credo che questo sia compito del governo.
(Martina Galbiati, Classe III A, Scuola Secondaria)