I miei genitori dicono sempre che da piccolo ero un leoncino combina guai.
Mentre mia mamma cucinava, facevo la scaletta con i cassetti del mobile della cucina e salivo fino in cima per sbirciare cosa bolliva in pentola; mi arrampicavo anche sulle sedie e mi mettevo in piedi sul tavolo per poi correrci sopra e buttarmi giù.
Una volta, mentre giocavo in soggiorno vicino al televisore, ho tirato il cavo e la tv mi è caduta addosso, facendomi rimanere incastrato fra due divani. Per fortuna è arrivata la mamma e mi ha tirato fuori da quella scomoda situazione.
Quando lei lavava i pavimenti, prendevo sempre il telecomando e lo buttavo nel secchio dell’acqua… I miei genitori avranno comprato almeno sei telecomandi nuovi.
Avevo anche l’abitudine di togliere, con le mie piccole dita, i copri presa di plastica per infilarci la frusta del frullatore.
Una volta, dai nonni, mi sono seduto sopra la sedia a sdraio che c’era in giardino, ho sollevato i braccioli e, ovviamente, la sedia si è chiusa, incastrandomi come un salame nel panino.
Un giorno volevo prendere il pallone che si trovava sul davanzale esterno della finestra. Sotto il pallone, purtroppo, c’era un mattone forato che mi è caduto sulla testa procurandomi una ferita che è stata ricucita con otto punti di sutura.
I miei genitori dicono sempre che da piccolo ero un leoncino combina guai? Hanno perfettamente ragione!!!
(Autobiografia di Davide Colombo, Classe II B, Scuola Secondaria di Primo Grado)