Caro Magazine,
questo mese ti inviamo delle fiabe trasformate in racconti gialli.
Come puoi immaginare, abbiamo lavorato su crimini e misteri, tra Sherlock Holmes ed Ercule Poirot.
Ci siamo divertiti con la nostra fantasia, cercando di fare del nostro meglio, anche se scrivere testi gialli è davvero complicato.
Buona lettura!
Gli alunni della V di Bracchi
UNA MELA AL GIORNO NON TOGLIE IL MEDICO DI TORNO!
Una ragazza era stata trovata morta in una piccola casa nel bosco. Accanto a lei c’era una mela.
Il detective arrivò sul luogo del crimine, Era moro, aveva gli occhi azzurri e penetranti. Era molto alto e sembrava parecchio in gamba. Si presentò:
“Sono il detective Tom Henks, sono stato incaricato di risolvere questo caso” si presentò ai sette nani che lo stavano osservando.
“ Inizierò subito la mia indagine, ma prima mi serve la vostra testimonianza. Raccontatemi che cosa è successo”. Il detective si diresse verso Eolo e cominciò ad interrogarlo.
“ Alle tre e mezzo di ieri eravamo alla miniera a lavorare.” disse Eolo.
“Avevamo raccomandato a Biancaneve di non aprire a nessuno” intervenne Brontolo.
“ Sono stati gli animali del bosco ad avvertirci che le era successo qualcosa e a portarci da lei”.
“ Ci siamo precipitati verso casa e abbiamo visto Biancaneve stesa per terra, immobile. Non respirava più.” proseguì Eolo.
Mentre tornavamo a casa abbiamo visto una vecchia correre nella direzione opposta” aggiunse Brontolo.
“ Atteggiamento sospetto” affermò il detective strofinandosi il mento.
Tom si diresse verso la casa e osservò gli indizi; guardando a terra vide il pezzo di mela mangiucchiato dalla ragazza; lo raccolse e l’annusò. “Veleno” dichiarò. Poi osservò delle impronte di scarpe. “Probabilmente sono del colpevole” disse.
“Come fa a dire che sono del colpevole, potrebbero essere anche nostre!” intervenne Mammolo.
“ Le vostre scarpe sono più piccole e non sono di Biancaneve che calza delle pantofole!” ribatté l’investigatore.
Fotografò le impronte e poi disse “Seguiamole! Ha piovuto da poco, il terreno è bagnato e le impronte si vedono bene”. Le orme portavano ad un castello.
Dopo aver ben ispezionato il luogo, Henks notò il frutteto: c’erano molti meli e tutti i frutti erano identici a quello rinvenuto accanto a Biancaneve. Poi Tom vide un volto tra gli alberi che li spiava.
“ Eccola, è lei, la vecchia… Rincorriamola.!!!” urlò Tom a Cucciolo che intanto l’ aveva già raggiunta e bloccata.
Tom confrontò la foto delle impronte trovate in casa dei nani con le scarpe dell’anziana: coincidevano.
“Eri tu nella casa dei nani, sei stata tu a uccidere Biancaneve!!!” disse poi.
La vecchia guardò il detective e i nani. “La odiavo, era più bella di me” disse.
“Ti arresteremo! Starai in prigione fino alla fine dei tuoi giorni” gridò Cucciolo.
Ma mentre Cucciolo parlava, la donna si divincolò e fuggì su una rupe.
Non appena riuscirono a raggiungerla, tentò di scagliare un masso, ma visto che lei era vecchia e il masso pesante, cadde all’indietro e il masso la schiacciò.
Caso risolto!” disse Tom.
“ Giusto!” urlarono in coro i sette nani.
ATTENTI AL LUPO!
“Bambina e nonna scomparse nel bosco. Non si sa cosa sia successo, ma si pensa si tratti di un rapimento a scopo di estorsione. Il caso non è ancora stato chiarito, ma il detective James Anderson sta indagando sul fatto.”
Così riportava il giornale che James Anderson stava leggendo.
Era un ragazzo giovane, con capelli rossi e occhi marroni dall’espressione curiosa che amava passeggiare nel bosco e giocare a “Machiavelli”.
Il giorno prima, mentre stava facendo la sua passeggiata mattutina nel bosco, aveva trovato la casa della “nonnina” con la porta aperta e piena di graffi. Era entrato per capire che cosa fosse successo e aveva visto la casa a soqquadro. Sul pavimento gocce di saliva e del pelo. Sul tavolo un cesto colmo di cibo e bevande.
Allora il detective era tornato al suo studio di corsa e aveva preso il materiale necessario per risolvere il caso: lente d' ingrandimento, metal detector , guanti in lattice e polvere per le impronte digitali. Poi l'investigatore era corso a casa dei familiari delle vittime per interrogarli.
La mamma della bambina scomparsa gli aveva detto che aveva visto la figlia per l’ultima volta quella mattina stessa, quando l'aveva mandata dalla nonna che abitava in mezzo al bosco.
La bambina indossava un mantello rosso e portava una cesta con dei viveri.
La mamma aveva raccomandato alla figlia di non lasciare il sentiero perché era risaputo che nel bosco si aggirava un lupo feroce. James si era recato nel bosco, ma ormai era buio e non si vedeva nulla, perciò aveva rimandato l’indagine al giorno successivo.
Ora era mattina presto; il detective abbandonò il giornale e decise di tornare nel bosco ripercorrendo il sentiero preso dalla bambina il giorno precedente.
Lungo il tragitto notò erba e fiori calpestati e un brandello di stoffa rossa impigliata tra i rovi; dietro ad un masso vide altri peli grigi, identici a quelli trovati nella casa.
Esaminando attentamente gli indizi, Anderson capì che il colpevole era un lupo.
Munito di una cerbottana e di sonniferi, il detective si diresse verso la casa della nonna, seguendo le tracce lasciate dal passaggio della bambina e dell’animale.
Arrivato, James vide il lupo: era tornato! Si aggirava nel giardino della nonna e aveva una pancia enorme che sembrava agitarsi. Anche la bestia localizzò il ragazzo e cercò di attaccarlo, ma invano, perché la sua pancia così piena e gonfia non gli permetteva di correre. L’investigatore ebbe così il tempo di sparare il sonnifero, ma mancò il lupo due volte: la cerbottana non era la sua arma ideale. Lanciò allora l’ultimo dardo a mano libera e centrò il bersaglio. Il lupo cadde addormentato dopo pochi secondi.James si precipitò verso l’animale e chiamò la nonnina e la bambina a gran voce. Due voci gli risposero dalla pancia del lupo. Il detective portò l’animale da un esperto chirurgo che estrasse le due donne.
Erano spaventate, ma illese. Il caso era chiuso.
E il lupo? Fu “ingabbiato” a vita.
MISTERO ALL'ULTIMO SBADIGLIO
Una bella notte d'estate un principe si avventura nel bosco in compagnia del suo consigliere e del suo cavallo Turbo, chiamato così per la sua velocità.
Improvvisamente davanti a loro si staglia un castello silenzioso con un enorme portone malandato che il cavallo riesce facilmente a spalancare con i suoi zoccoli.
I tre entrano nell’edificio e vedono una bellissima sala del trono; ne ammirano le sontuose tende e le opere d'arte, poi stupefatti notano la corte addormentata.
Ci sono persone di tutte le età su sedie, poltrone, alcune persino sul pavimento, tutte immerse in un sonno profondo che niente riesce a spezzare.
Allibiti e incuriositi si mettono ad esplorare le altre stanze.
Il principe trova una ragazza molto bella, accovacciata sul pavimento di una piccola camera polverosa. Cerca di svegliarla ma non ci riesce. La ragazza ha un dito sporco di sangue, vicino a lei un fuso e un cappello da strega nero; sullo specchio appeso al muro l'indizio più importante: l'impronta di una mano lunga e ossuta.
Il principe e il suo consigliere decidono di recarsi al villaggio vicino e iniziano a interrogare alcune persone, ma nessuno sa nulla. Vengono però indirizzati dall'uomo più anziano del villaggio che festeggia 119 anni. L'uomo racconta loro una storia incredibile, accaduta un secolo prima, quando lui era ancora bambino.Racconta che sul castello grava una maledizione, scagliata al momento della nascita della principessa del castello.Il re e la regina suoi genitori non avevano invitato al battesimo della piccola la strega Maleficanda, la più cattiva delle streghe del regno. La donna infuriata, aveva maledetto la bambina dicendo che a sedici anni si sarebbe punta con un fuso e sarebbe morta. Fortunatamente una fata era riuscita a modificare la maledizione trasformando la morte in un sonno profondo.L'uomo a causa dell'età non ricordava altro né sapeva come annullare l'incantesimo o se fosse possibile ritrovare Maleficanda o la fata.
I due lo ringraziano e tornano al castello alla ricerca di una risposta. Mettono a soqquadro tutte le stanze fino a quando trovano la biblioteca .
Si mettono a frugare tra scaffali e tra i libri ne trovano uno sulla cui copertina è scritto "Disegni del battesimo".
Sono disegni bellissimi e dettagliati. Trascorrono molto tempo ad analizzarli attentamente; il libro si interrompe bruscamente su un ultimo disegno non del tutto terminato. l’immagine della strega cattiva!
La guardano attentamente: ha mani lunghe ed ossute, proprio come le impronte sullo specchio e grandi piedi. Sulla testa porta un cappello nero. Improvvisamente il sole illumina il pavimento polveroso e i due vedono delle impronte che prima non hanno notato: impronte recenti di scarpe molto grosse.
Forse Maleficanda torna al castello per controllare che tutti a corte siano ancora addormentati.
Decidono di seguire le orme e arrivano ad una casetta nascosta alla vista dalla fitta vegetazione. Vi entrano e trovano una strega ormai molto molto vecchia: è proprio lei, Maleficanda.
I due la costringono a dire la verità, cioè che è stata lei a fare addormentare la corte.
Lei conferma, poi confessa che ormai si è stufata di rimanere da sola e risveglia la corte.
Risolto il mistero, il principe, il suo consigliere e Turbo riprendono il loro cammino alla ricerca di nuovi enigmi.
IL MISTERO DEI BAMBINI SCOMPARSI
Da giorni nel villaggio di San Pietro scomparivano bambini grassottelli. Andavano a giocare nel bosco ma non facevano più ritorno. I genitori li cercavano disperatamente, setacciando il bosco palmo a palmo, ma senza risultato.
Decisero perciò di consultare Hansel e Gretel, due famosi investigatori, giovani ma molto astuti.
Hansel era alto e magro, con capelli biondi e mossi, occhi azzurri e carattere vivace e coraggioso. Spesso indossava pantaloni marroni, camicia verde e giacca gialla.
Sua sorella Gretel era bassa e magra con capelli lunghi e neri, occhi verdi e carattere sensibile; era furba e capace di individuare e analizzare anche gli indizi più nascosti.
Insieme si recarono nel bosco per cercare tracce e risolvere il mistero.
Cercarono a lungo, per più giorni, inoltrandosi nel fitto del bosco. Finalmente Gretel individuò alcune carte di caramelle, erba schiacciata e impronte di scarpe che si dirigevano verso una piccola casa di marzapane. Dall’ interno provenivano dei lamenti.
Silenziosamente Hansel fece una piccola fessura nella casetta e Gretel vi introdusse una telecamera. All' interno della casa videro grandi gabbie di metallo dentro le quali erano imprigionate coppie di bambini; una signora anziana stava portando loro dolci a volontà: torte di panna e cioccolato, pasticcini alla crema, meringhe e caramelle.
I bambini però non volevano mangiarli. Osservavano con occhi terrorizzati un grosso pentolone posto sul camino.
La strega incominciò allora ad urlare : " Mangiate, mangiate questi miei dolci; così ingrasserete e vi mangerò con più appetito! Ah, ah, ah !!!!!!!!!." .
I bambini si spaventarono ancora di più, poi obbligati dalla strega, iniziarono a mangiare. Subito dopo si addormentarono nelle gabbie, perché la strega, mentre preparava i dolci , aveva aggiunto un sonnifero all'impasto.
Il mistero era risolto: la strega rapiva i bambini per poi mangiarli!
I due investigatori entrarono in azione: Hansel si precipitò nella casa, colse di sorpresa la strega e la spinse nel pentolone bollente. Subito ci mise sopra il coperchio che fissò con delle catene trovate nella casa.
Gretel prese le chiavi di tutte le gabbie e velocemente svegliò e liberò i bambini che, spaventati ma contenti, corsero subito al villaggio dai loro genitori, ringraziando di cuore i due investigatori.
Un altro caso era stato felicemente risolto.
E la strega? Bollita!
(Gli alunni della Classe V del plesso di Bracchi)